Storia e arte – la chiesa

La Chiesa di Cristo Redentore si trova in frazione Le Case del Comune di Monsummano Terme nel territorio della Parrocchia di Maria SS.ma della Fontenova. È stata aperta al culto il 30 giugno del 2001, progettata dagli arch. Maurizio Cerchiai e Ornella Vezzani di Pescia, con l’assistenza in cantiere del geom. Maurizio Niccolai. La forma della chiesa richiama il pesce che per i primi cristiani simboleggiava il “Cristo”, e si caratterizza per la presenza di tre cappelle laterali distinte dalla chiesa da un percorso interno nella quale trovano sistemazione il fonte battesimale, la penitenzeria e la cappella del Santissimo, che ha anche la funzione di cappella feriale (nelle cappelle ci sono vetrate artistiche che caratterizzano con diversi colori la destinazione delle stesse, nella cappella del battesimo predomina l’azzurro, in quella della Penitenza il viola e in quella del Santissimo il giallo) . All’interno della chiesa, nell’abside, si trova una statua bronzea di 4 metri dello scultore Jorio Vivarelli, raffigurante il titolare della chiesa (Cristo Redentore). Nell’aula liturgica sono state collocate quindici vetrate artistiche circolari raffiguranti i dodici apostoli, S. Paolo, S. Giuseppe e la Madonna della Fontenova che è appunto la titolare della Parrocchia e patrona della Diocesi di Pescia.
Architettura della Chiesa
Un’idea ispiratrice semplice ed efficace, quella del pesce, tradizionale figura cristologica, dà forma alla pianta della nuova chiesa e fornisce la base su cui edificare nel rispetto della tradizione. La cittadina toscana di Monsummano Terme ritrova in questo modo un’architettura nuova ma familiare, elaborata anche grazie a un proficuo scambio di idee tra progettisti e committente.

La Chiesa vista da sud-est   La chiesa vista de sud-est

Nel medioevo si usava tracciare la pianta di un edificio sacro sulla falsariga di un disegno simbolico e poiché la chiesa è vista come il corpo di Cristo, spesso si trovano impianti a carattere antropomorfico. Ma anche il pesce è antichissimo simbolo di Cristo. Qui viene ripreso per dar vita al disegno della pianta della chiesa attraverso l’elaborazione geometrica dell’intersezione di cerchi. Il simbolo è reinterpretato con un garbato linguaggio moderno che si esprime nel disegno architettonico, nella scelta dei materiali, nell’articolazione del luogo liturgico. La scelta di porre a motivo ispiratore un disegno di valore simbolico diventa qui motivo di feconda produzione architettonica. «Filtrando quanto ci ha trasmesso la storia dell’arte sulle chiese – scrivono i progettisti, gli architetti Maurizio Cerchiai e Ornella Vezzani – abbiamo reinterpretato la semplicità e la robustezza dello stile romanico e la simbologia dello stile barocco per giungere a una tipologia di chiesa nuova, ma che porta in sé la m emoria di stili storici». Le richieste del committente e le caratteristiche del luogo, in cui assume importanza la presenza sullo sfondo di una cava, costituiscono gli altri elementi che informano e motivano la progettazione. L’accostarsi di volumi di diversa altezza, i corsi orizzontali e diagonali dei blocchetti di copertura di due colori diversi, il porticato, il campanile triangolare in pianta e che si restringe nella parte alta; tutto questo offre prospettive cariche di suggestione e di rimandi alla memoria antica. La forma non appare conclusa, non si apprezza come una semplice proposizione geometrica, bensì come un complesso che sembra cresciuto nel tempo, come si vede nel sommarsi e giustapporsi di volumi nei villaggi antichi. La chiesa si presenta come un organismo in crescita. Dall’aula liturgica si staccano come appendici altri elementi nei quali trovano posto la sacrestia da un lato, tre cappelle dall’altro lato. Le linee curve in dialogo serrato si espandono dando luogo a un cortile interno e i locali pastorali. Il sagrato antistante la facciata principale della chiesa si conclude con due spicchi di prato triangolari. Anche la simbologia trinitaria è stata ricercata: nei tre portoni d’ingresso, nei ripetuti gruppi di tre finestre, nei tre archi interni, nelle tre cappelle, nel campanile triangolare e nelle travi della copertura interna poste a triangolo.

La facciata principale

Il Vescovo: COME UN PARTO MERAVIGLIOSO. L’esperienza della costruzione di una nuova chiesa per una comunità parrocchiale è certamente singolare. Per certi aspetti l’attesa assomiglia a quella della nascita di un essere vivente. Con questa differenza: al bambino è la natura che provvede in tutto, mentre nella costruzione di una nuova chiesa bisogna partire con idee precise e durante la costruzione ci vuole un’assistenza continua, un contributo incessante di soluzioni. Gli architetti Maurizio Cerchiai e Ornella Vezzani sono partiti da un’idea originale, quella del pesce, simbolo di Cristo. Intorno a questa idea è andata crescendo per la loro competenza, ed anche attraverso suggerimenti ed apporti del sottoscritto e delle persone più direttamente interessate, la nuova chiesa con gli ambienti pastorali. Alla fine è stata grande la soddisfazione di trovarsi una chiesa veramente nuova, ma insieme leggibile anche dalle persone più umili; una chiesa spaziosa, senza mancare di raccoglimento; una chiesa semplice nelle linee, come nella tradizione toscana, e nello stesso tempo solenne. Negli ultimi cinquant’anni l’esperienza della costruzione di nuove chiese non è stata esaltante: spesso l’originalità è andata a scapito di tutto il resto; non di rado la povertà è decaduta in sciatteria. Chi entra nella nuova chiesa di Cristo Redentore a le Case di Monsummano Terme si trova davanti quel tocco di preziosità suggerito dalla consapevolezza che non si costruisce solo per il presente ma anche per il futuro, che la chiesa non è semplice luogo per radunare le persone ma è la casa di Dio, autore della bellezza e che bisogna sforzarsi di non demeritare di Lui. I secoli cristiani ci hanno consegnato chiese splendide. Pur senza scopiazzare e profittando della sensibilità e dei materiali del tempo presente, la nuova chiesa di Cristo Redentore mi sembra un contributo importante alla storia dell’edilizia sacra della nostra regione. Un grazie di cuore agli architetti, alla ditta costruttrice e a quanti hanno contribuito con la loro generosità. Un grazie particolare al contr ibuto determinante pervenuto dai fondi dell’otto per mille, messi a disposizione dalla Conferenza Episcopale Italiana.

Soffitto a cassettoni Soffitto a cassettoni

Il vecchio soffitto a cassettoni, caratteristico di tante chiese storiche, viene ripreso e rielaborato in forme moderne grazie all’uso del legno lamellare. La versatilità di quest’ultimo consente soluzioni architettoniche variate, capaci di significato simbolico e di grande impatto estetico.